giovedì 22 ottobre 2009

lo svezzamento

Purtroppo la lingua italiana utilizza un termine inappropriato oltre che fortemente negativo,il termine svezzamento che letteralmente significa "perdita di un vizio", per indicare quello che invece dovrebbe rappresentare per il bambino un momento di crescita psico-fisica e di arricchimento di esperienze assolutamente positivo e naturale.
Il tempo ideale per questo passaggio sono i 6 mesi, perché rappresenta il momento in cui si riuniscono le varie competenze necessarie (intestinali, motorie, psichiche), affinché il bambino possa essere in grado di cominciare a sperimentare l’introduzione di cibi solidi in tutta sicurezza.
Ci sono bambini che vivranno questo momento con estrema naturalezza e semplicità e bambini che invece troveranno più difficoltà.
Il primo passaggio, quindi, è conoscere bene il proprio figlio, non rapportandolo agli altri, e seguirlo in questa fase senza costrizioni o seguendo uno schema prefissato.
Ricordiamoci sempre che la sua individualità sarà una miscela tra le sue caratteristiche genetiche e ciò che noi gli insegneremo.
Insomma se una regola deve esserci sarà quella di non avere fretta e di rispettare i ritmi e le eventuali difficoltà del bambino.
Lo svezzamento non deve essere un brusco ed improvviso abbandono dell'allattamento ma un cambiamento molto parziale e graduale del regime dietetico. All’alimentazione lattea, quindi, si andranno gradatamente ad integrare i vari alimenti.
Chiaramente in questo percorso facciamoci guidare dal nostro pediatra che ci indicherà quali alimenti inserire da subito nell'alimentazione del bambino e quali evitare all'inizio e da introdurre in un secondo momento.
Ma poi starà a noi genitori aiutare il nostro bimbo ad imparare il gusto e il piacere del mangiare anche aiutati da un pizzico di fantasia nel preparare pappe varie, gustose e dai sapori diversi.

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