venerdì 23 maggio 2014

Il corpo racconta


Figlia mia,
presto una parte di te si sveglierà
e senza chiederti “permesso” ti trasformerà in una bellissima giovane donna...
Un processo semplice come le onde del mare
e insieme complicato come la fisica nucleare
ti farà partecipe del mistero della vita...
Attraverso la forza della vita scoprirai e sperimen terai la forza dell’amore
che ti condurrà in un viaggio in mare aperto...
Figlia mia
come posso aiutarti ad allestire una rotta sicura,
a preparare i rifornimenti?
Basteranno le scortedi coccole che ci siamo fatte fin’ora?

In Lombardia e in qualche altra regine (nordica) d'Italia esiste un percorso (laico) in cui offre un’occasione  alla mamma per accompagnare la figlia nel suo diventare donna.
In particolare,

"[...] gli incontri sono dedicati alle bambine (11 anni circa) accompagnate dalla mamma, in modo da favorire il dialogo su tematiche spesso vissute come imbarazzanti, offrono spunti di discussione che potranno essere utili anche durante la crescita. Addomesticare i cambiamenti del corpo nella pubertà permette di acquisire una visione positiva della femminilità, della sessualità e del compito di trasmettere la vita. La conoscenza dei cambiamenti del corpo e della fisiologia del ciclo mestruale permetterà di vivere i piccoli fastidi mensili in modo sereno e di gestirli senza ricorrere alla medicazione.Gli incontri si svolgono in modo interattivo e coinvolgono sia le bambine che le mamme, sia separatamente che in coppia. Le nozioni teoriche sono trasmesse utilizzando le più disparate tecniche d’animazione.Giochi, scenette, semplici lavori manuali renderanno gli incontri interessanti e divertenti [...]"

Spero che prima o poi questa opportunità così bella sia data a tutte le mamme d'Italia!

mercoledì 23 aprile 2014

Il colloquio per il lavoro più difficile del mondo...

...Ma che molti stanno già facendo
Sono 24 i candidati che hanno risposto a un annuncio trovato su un giornale per un ruolo molto complicato. Una volta avviato il colloquio, non riuscivano a credere alle loro orecchie: la disponibilità sarebbe stata di 24 ore al giorno tutti i giorni, senza interruzioni, senza ferie e senza stipendio. "365 giorni l'anno? No...questo è disumano", ha detto un candidato. Sono stati illustrati anche gli aspetti positivi del lavoro, ad esempio il grado di soddisfazione incommensurabile nell'aiutare il proprio socio. Ma i candidati non sono stati convinti fino a quando non hanno capito di quale lavoro si stesse parlando, svelato nella parte finale.



venerdì 28 marzo 2014

I papà a casa per allattare anche se la mamma è casalinga


http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2009/11/allattamento-maschi-riposi-giornalieri.shtml?uuid=b7b35eb6-d349-11de-a4bd-1cde71b4a532&DocRulesView=Libero

Qualche tempo fa avevo parlato in questo post dei diritte delle mamme...
Prorpio in quel post avevo parlato del fatto che nel caso di lavorto autonomo della mamma il papà dipendente aveva diritto a usufruire del permesso giornaliero per l'allattamento...
Oggi (anche se è da un po') scopro qualcosa di nuovo e cioè  del diritto del papà ad usufruire dei cosidetti permessi di allattamento anche  nel caso di madre casalinga!

Il 25 novembre del 2009 , l’INPS con circolare nr 118, ha fornito una ulteriore integrazione alla circolare nr. 112/09 relativa appunto, a tale diritto.
Facciamo un passo indietro: con sentenza  nr.4293/2008 il Consiglio di Stato ha esteso la possibilità del padre lavoratore, di fruire dei riposi giornalieri (ex art. 40 D.Lgs. 151/01) anche nel caso in cui la madre sia casalinga e sia oggettivamente impossibilitata alla cura dei figli. In pratica si riconosceva la madre casalinga come una madre lavoratrice.

In attuazione della predetta sentenza, l’INPS emanava la circolare 112/2009, così prevedendo la possibilità di riconoscere al padre lavoratore dipendente il diritto a fruire dei riposi giornalieri anche nei casi di oggettiva impossibilità da parte della madre casalinga di dedicarsi alla cura del neonato, perché impegnata in altre attività (ad esempio accertamenti sanitari, partecipazione a pubblici concorsi, cure mediche ed altre simili).
La recente circolare INPS nr 118/09 del 25 novembre è intervenuta come chiarimento alla  lettera circolare C/2009 del 16.11.2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e Politiche Sociali che, ribadendo il diritto del padre ai permessi di allattamento ne ha addirittura allargato la portata.  Infatti, il Ministero del lavoro, ha riconosciuto il diritto del padre a fruire dei riposi giornalieri, ex art. 40 del T.U. 151/2001, sempre nel caso di madre casalinga, senza eccezioni ed indipendentemente dalla sussistenza di comprovate situazioni che determinano l’oggettiva impossibilità della madre stessa di accudire il bambino.

In pratica quindi, ora il papà può usufruire liberamente dei congedi parentali a prescindere se la madre sia casalinga o meno e, se la stessa sia impossibilitata o no alla cura del bimbo. La circolare, conclude precisando che “per quanto non previsto con la presente circolare resta fermo il disposto della circolare 112/2009.”

Certo c'è da fare i conti col datore di lavoro del papà e anche con i colleghi...Anche se è un diritto ti guardano storto e spesso ti mettono in condizione di rinunciarci...Speriamo che prima o poi tutti capiscano che la famiglia non è solo il primo e fondamentale nucleo di una società, ma anche il luogo mentale e fisico dove nasce la coscienza di ciascuno di noi e quindi va rispettato e tutelato!

venerdì 21 marzo 2014

Keep Calm!

 - Keep calm, it's only an extra chromosome -

In occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down il CoordDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down) ha girato un  video dolce, allegro, e commovente in cui 14 bambini e ragazzi con Down rispondono alla lettera di una futura mamma (giustamente) preoccupata e spaventata pechè suo figlio sarà affetto da tale malattia.

La sindrome di Down è conosciuta come Trisomia 21 (da qui la data del 21/3), ed è caratterizzata dalla presenza di tre (invece di due) cromosomi  nella coppia cromosomica n°21 all’interno delle cellule...Ma, come dice la maglietta rossa di questo bambino..."Manteniamo la calma, è solo un cromosoma in più"!




martedì 28 gennaio 2014

Un "tesoro" di mamma...

...Ovvero quanto producono le casalinche senza saperlo!


Le casalinghe sono un vero e proprio "tesoretto" dell'economia italiana, poiché producono, senza saperlo un reddito di quasi 405 miliardi di euro l'anno. Come? La loro attività è molto diversificata e si estende dai servizi per la casa (cucina, pulizie ecc.) al servizio taxi, per spingersi in ambiti molto professionali come la psicologia. Una regina occulta, il cui contributo non è certo riconosciuto (neanche a livello pensionistico). Altro che "desperate housewives".

Un recente sondaggio dell'americana Salary.com mette a nudo una realtà stupefacente, le mamme che stanno a casa lavorano ben 94 ore a settimana, per un valore stimato in oltre 6.900 euro mensili, pari ad un reddito annuo di 83mila euro (113mila dollari per le mamme americane). E pensare che in Italia le casalinghe non percepiscono neanche una pensione, lavorando praticamente per tutta la vita (figli, nipoti e cosi via).

Queste mamme sprint, spesso non gratificate, sono oltre 4 milioni e 800mila, secondo gli ultimi dati dell'ISTAT, e produrrebbero con la loro attività oltre 405 miliardi l'anno. Un bell'ammanco per il PIL, che non lo rileva, ed anche per le casse dello Stato, che non ne percepiscono il contributo in termini di gettito, ma certamente una grande ricchezza per la famiglia media.

Come vengono prodotti questi redditi? Lo studio si è basato sulla retribuzione media dell'attività che viene svolta e sulle ore che in media vengono dedicate a quella data attività: domestica, cuoca, tassista per accompagnare i bimbi a scuola o allo sport o al catechismo, psicologa per le crisi di nervi domestiche, infermiera per i piccoli incidenti quotidiani e, addirittura, amministratore delegato del faticosissimo gruppo "famiglia" (far quadrare i conti a fine mese non è certo poca cosa e neanche "incastrare" i mille impegni di una famiglia con figli).

Il compenso varia dai profili più bassi come quello della cuoca o domestica (circa 10 euro l'ora) a quelli più impegnativi di psicologa (a 28 euro e più l'ora) e manager (oltre 40 euro l'ora).

E che dire delle mamme che lavorano? Oltre allo stipendio che portano a casa dall'ufficio, producono una ricchezza di aggiuntiva di 49mila euro l'anno per il secondo lavoro casalingo, che impiega ben 54 ore a settimana, ben oltre le 40 ore di un normale impiego settimanale.

 fonte: Teleborsa

mercoledì 15 gennaio 2014

Perché la maggior parte delle famiglie ha 2 figli


Un bellissimo articolo sulla bellezza della maternità
Testo originale (2010): Lindsay Boever
Traduzione: Mara Celani

Questo potrebbe risultare un articolo involontariamente controverso.
La dimensione della famiglia americana media è di 2,5 persone, con una media di 0,9 bambini per nucleo familiare.  WOW! Quando ho visto questa statistica, oggi, sono rimasta impressionata dai numeri.  Il numero di figli per famiglia è drasticamente diminuito dall’ultima volta che che avevo controllato 10 anni fa
Non avevo mai capito perché le persone hanno due figli finché non ho avuti figli a mia volta. Nella mia testa sono cresciuta immaginando di avere centinaia di figli.  Veramente.  Sognavo una casa piena di bambini e neonati.  Non capivo affatto la realtà della maternità.  Non sapevo cosa significasse avere le nausee di mattina.  Non capivo quanto la gravidanza possa essere difficile e a volte spaventosa per la maggior parte delle persone. Non sapevo cosa significasse restare svegli tutta la notte per varie settimane di seguito per poi essere svegliata la mattina da un bambino di due o tre anni molto riposato.  Non avevo mai pensato a tutte queste cose. Non conoscevo la pena di chinarsi preoccupata a morte su un figlio malato.  Non sapevo come ci si sente a preoccuparsi continuamente per il futuro e la formazione di un figlio. Ecco, ero sicura di me e ignorante. Poi ho avuto un figlio.  

Ho avuto il mio primo figlio e me ne  sono innamorata perdutamente.
Come la maggior parte delle madri con i loro primi figli ero meticolosa su tutto.
Mi assicuravo di leggere per lui 40 ore al giorno, gli insegnavo il linguaggio dei segni, preparavo tutte le sue pappe, lo portavo fuori ogni giorno, e leggevo ogni libro sull’essere genitori, per assicurarmi di non rovinarlo a vita.  Ma guardando indietro ero davvero sopraffatta.  Vedete, quando una donna si sposa ed ha un figlio, la vita che prima conosceva cambia completamente.  La tua vita non è più solo tua...per sempre. Sei interamente responsabile per un altro essere umano. Mi ricordo di aver pensato, la prima volta che si ammalò:  “Se non lo porto io dal dottore non lo farà nessun altro.”  Devi prendere decisioni importanti su cose come vaccini, scelta della scuola, parto naturale o pilotato,  allergie, strategie parentali (sculacciare o non sculacciare), problemi a dormire, capricci, problemi alimentari,, ecc. ecc.  Non c’è un barometro nella maternità.  Non ricevi una medaglia alla fine della giornata che ti dice: “Brava, hai gestito bene quella crisi!” oppure: “Bene! ottima scelta per la vaccinazione!” oppure: “Gran bel cambio di pannolino!”.  Quindi per la prima volta, nella vita di molte donne ci si trova davanti a uno scenario da primo giorno di scuola solo che i libri di testo sono al livello del tuo post-dottorato.

Sembra che intorno alla scadenza del secondo anno, la maggior parte delle persone si arrischi ad avere un altro figlio. Ci sono: ecco perché la maggior parte delle persone non va oltre il limite dei due figli.  Si lo so, alcuni dicono che è per altre ragioni tipo: finanze, gravidanze difficili o addirittura pericolose.  Però, quando parli seriamente con una donna scorgi in lei la solitudine e il desiderio di avere altri figli.  Probabilmente lei neanche lo sa.  Quanto a me, ho avuto il mio primo figlio al quale ho dato TUTTA LA MIA ATTENZIONE.  Poi ne ho avuto un altro al quale SENTIVO CHE AVREI DOVUTO DARE TUTTA LA MIA ATTENZIONE.  Questo era davvero un compito impossibile.  Chi può farcela?  Mi ricordo quando dovevo andare da qualche parte e facevo in modo di avere un esercito di persone ad aiutarmi. Veramente.  Ammiravo le madri di famiglie numerose e mi sentivo inadeguata accanto a loro.  Ero allo zoo con i miei due bambini e sei delle mie sorelle ognuna a reggere qualche gamba e braccio e possibilmente anche respirare per loro se ce ne fosse stato bisogno.  Poi vedevo madri di dieci figli…. SENTI QUESTA: DA SOLE ALLO ZOO!… e anche sorridenti.
Quando vivevamo in Oklahoma mettevo nel bagaglio abbastanza giocattoli perché nelle otto ore di viaggio avessero qualcosa di nuovo da guardare ogni 2,3 minuti.  Era ridicolo.  A messa ci portavamo un buffet, così che non passasse un attimo in quell’ora senza che potessero mangiare o guardare qualcosa.  Non guidavo MAI per più di un’ora da sola perché: potrebbero piangere o qualcosa del genere, cosa che non doveva succedere. 

E’ la prima volta da quando sei madre che ne hai uno che gattona e in più un neonato.  Mia madre dice sempre che la maggior parte dei bambini diventa normale al loro primo compleanno.  Il che significa: questa cosa l’ho vista e rivista.  Tu hai questo bambino dolce bello innocente che fa tutto ciò che dovrebbe per il suo primo anno di vita e poi… qualcosa succede. Comincia ad avere le sue opinioni.  Come osa pensare da sé? Improvvisamente fa capricci in pubblico, inarca la schiena, si sdraia per terra, si arrampica su qualsiasi cosa, va a pescare nel water, diventa un mangiatore schizzinoso.  Loro sono un disastro e tu sei un disastro.  Mi ricordo una mia cara amica che piangeva sulle foto del suo bambino da piccolo per la metamorfosi subita nel suo secondo anno di vita. Mai prima di allora ti eri trovata davanti a continue decisioni su come gestire quel polipo che ti ritrovi in casa. In più hai un neonato per il quale il cuore della notte è il momento di massima attività. Nota bene: il gattonatore che ha dormito nella stanza accanto per 13 ore di fila non essendo informato si sveglia comunque per far festa alle sei di mattina.  Come faceva a non sapere che tu hai preso sonno solo alle 5 e mezzo? 

Davvero, chi continuerebbe a fare una cosa del genere? Sei così stanco e sopraffatto che tu sai che Dio non può volere che uno viva in in quel modo.
E tu ti trovi a dire: “Non sono in grado di essere una buona madre per i due che ho, perché dovrei farne altri?”  “Non riesco a immaginare di sentirmi così per i resto della mia vita.”  “Posso usare i miei talenti in modi più produttivi che non siano avere altri bambini”. “Ero molto più paziente prima di avere dei figli” “Non sono utile a nessuno in questo stato”.
Questa vocina nella tua testa non viene da Dio. E’ il demonio che prova a scoraggiarti dal fare il più importante lavoro che tu possa mai fare.

Vedi, come ogni nuovo lavoro, qualcosa comincia a cambiare dopo due bambini, (alcuni dicono dopo tre, ma la maggior parte due). Cominci a abituarti al tuo nuovo lavoro.  Tutte le tue piccole paure e domande non sono più costantemente presenti.  Cominci a vedere fasi nei tuoi bambini e sai che che normalmente “anche questo passerà”. Cominci ad avere una pacifica accettazione della tua “promozione” e cominci a vederla in questo modo.  Come facevo a sentirmi più stanca con un bambino di quanto non lo sia adesso con sei?  Perchè non è più un problema guidare per otto ore da sola con tutti i miei figli ma fino a pochi anni fa non avrei guidato per 30 minuti con uno solo?  Come mai adesso riecco a fare tre ore di viaggio per andare a trovare mia madre e ogni figlio si accontenta di un solo libro per tutto il viaggio quando in passato avevano un giocattolo per ogni 5 minuti e i viaggi erano così faticosi e snervanti? 

TU COMINCI A CAMBIARE.  Cominci a vedere ogni figlio molto diverso.  Cominci a guardare il più grande non come a uno di cinque anni, ma con la prospettiva, del tutto nuova, di uno che vivrà a casa ancora solo per altri 13 anni.  Ti godi la loro infanzia, e sei consapevole che la maggior parte delle cose che fanno sono fasi. Ti accorgi di quanto vola il tempo, e cerchi di rallentare. Tu sai che possono dormire o non dormire, e anche se non dormono, improvvisamente e stranamente diventa: “Va bene uguale”.  Perché succede questo?  Quando avevo solo Dominic mi dovevo alzare nel mezzo della notte, io ero veramente la persona più stanca di tutta l’America. Davvero. Avevo bisogno di due sonnellini durante la giornata perché mi sentivo davvero molto stanca. Ma poi ti adatti.  Ora non mi sento più così stanca come quando avevo solo un bambino. Tu vai avanti e Dio ti fa andare avanti. 
Una madre di nove figli molto saggia mi disse una volta: “I giorni sono lunghi ma gli anni sono 
brevi.” Vorrei cambiarlo in: “Alcuni giorni sono lunghi, ma gli anni sono davvero troppo brevi.” Cominci a vedere come le cose cambiano da una stagione all’altra. Ti ritrovi a dire: “Solo l’estate scorsa gli piaceva correre in bici fuori, ora è più tranquillo e vuole stare dentro mentre noi usciamo.”  

Vedi, queste sono  le lezioni alla scuola della maternità.  Con ogni nuovo figlio hai una promozione.  Dio ci cesella e ci rifinisce e ci fa belle.  Perché le madri di famiglie numerose sono edificanti? Perché ci piace star loro vicino? Non fraintendetemi, non voglio dire che le madri due figli non hanno niente da insegnarci.  Non è questo che voglio dire.  Quello che voglio dire è che in ogni lavoro la persona che è stata lì più a lungo e ha più esperienza è piuttosto saggia.  Ci sono persone che vorrebbero dei figli ma non possono avere.  Le persone forse non sono sagge a meno che non abbiano figli e specialmente molti  figli? No, niente affatto. Tutti hanno qualcosa da insegnare.  Non sono qui a darmi pacche sulla spalla (sono ancora in mezzo al guado). 

Scrivo per incoraggiare e semplicemente per dire: ”Vai avanti.”  Il mondo ti dice di fermarti. Ma il mio punto è semplicemente: se se sei stata benedetta con il dono della fertilità per favore, mostralo al mondo.  Se per qualche ragione Dio decidesse di non mandarci più figli, io prego che noi sappiamo spendere le nostre vite per glorificarlo in qualunque strada ci voglia portare. Ho molti amici e parenti che ancora non hanno figli e che danno gloria a Dio magnificamente con le loro vite e e la loro apertura all’adozione e e altre grandi cose.  Io scrivo per incoraggiare madri giovani e meno giovani ad andare avanti. 

Una vita in più.  Un’anima in più.  Una nuova persona in più.
Le possibilità di una nuova persona incredibili.  Incontro così tante donne che vorrebbero aver avuto più figli, ma non ne ho mai conosciuta nessuna che rimpianga di averne avuti troppi.   Dio ha dato alle donne il dono della fertilità per pochi anni della vita con la prospettiva dell’eternità. Io prego di far tesoro di questo dono e di usarlo saggiamente. Mio fratello Dominic era il settimo nella nostra famiglia. Come facevano i miei a sapere, quando è nato, che diciotto anni dopo lui si sarebbe occupato di mio padre durante i sui ultimi giorni di vita su questa terra? Le scene che ho visto di Dominic e mio padre ancora mi fanno piangere.  Vedere un giovanotto robusto di 18 anni sollevare suo padre invalido dalla sua sedia a rotelle dandogli una così bella dignità.  Vedevo Dominic voltarsi e piangere così spesso.  Era commovente.  Quale dono e privilegio ha avuto Dominic nel prendersi cura di lui.  Lo zio di John, Fran è il decimo di dodici figli.  E’ un  medico e ha passato molti anni lavorando come volontario in Australia tra i più poveri dei poveri. Ha risanato le vite delle persone con il dono della medicina. Ha ridato la vista e l’udito a centinaia di persone, ha cambiato così tante vite. Io credo che ogni lavoro è importante, ma niente è più importante che portare anime in questa terra con la possibilità di un’esistenza eterna con Dio per sempre. Io ti prego, donna,  di renderti conto di quanto sei privilegiata a poter mettere al mondo dei figli. Doniamo a Dio il nostro essere senza riserve e lasciamo che sia Lui a scrivere la storia della nostra vita e delle vite che Lui sceglie di donare.   Per qualche ragione Dio non ci rivela il finale della nostra storia.  Perciò ci dobbiamo fidare. 

Come diceva Madre Teresa: “Voglio essere una matita nella Sua mano.”
 

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