venerdì 28 ottobre 2011

[l.d.p] Un'immagine che fa riflettere

Questa immagine vale più di tante parole, quindi non dico niente...

venerdì 14 ottobre 2011

TuxPaint: il bambino e il disegno sul computer

Una delle cose che i bambini preferiscono fare è sicuramente quella di disegnare. Se uniamo questa cosa alla ormai "naturale" predisposizione verso l'utilizzo delle nuove tecnologie quello che viene fuori è Tux Paint: un programma di grafica adatto ai bambini dai dai 3 ai 12 anni (dalla scuola materna alla scuola secondaria di primo grado).

Ogni volta che si sceglie uno strumento, un pinguino spiega a cosa serve e come si usa. TuxPaint combina un'interfaccia facile da usare, effetti sonori divertenti e un simpatico personaggio animato che guida i bambini nell'uso del programma. Ai bambini viene presentato un foglio bianco e una grande varietà di strumenti per incoraggiarli ad esprimere la propria creatività. Di seguito un disegno di uno dei mii figli ;-)





sabato 1 ottobre 2011

[l.d.p] - Paternità

Oggi la sfida della famiglia riguarda tutti: in una maniera o nell’altra veniamo da una famiglia, andiamo verso una famiglia o stiamo in una famiglia. E comunque anche se uno una famiglia non l’ha avuta la sua sfida esistenziale è metabolizzare questo fatto cioè l’assenza di una cosa così importante, l’assenza di una realtà che è fondante. Noi tutti, nella parte iniziale della nostra vita, costituiamo il nostro carattere, il nostro modo di essere. Diventiamo quello che siamo. La tua forma sarà quella che hai preso nella tua età della formazione. Se vengo da un ambiente da cui fuggo, in cui non ho avuto pace, questa cosa me la porterò sempre con me.

Ma che cosa vuol dire affrontare la sfida della famiglia? In ogni famiglia ognuno ha la sua parte e per quanto mi riguarda quello di cui vorrei parlare ora, è il ruolo del padre.

Oggi fare il padre è difficile – o meglio – fare il maschio è difficile…c'è una grossa crisi della mascolinità. Abbiamo una interpretazione goffa e imbarazzante della mascolinità causata da un attacco frontale alla figura dell’autorità che va avanti da diversi secoli.

Prima c'era il padre padrone, quella figura di padre che viveva ( e avolte ancora vive) di un' obiettiva ingiustizia nel rapporto tra uomo e donna. La condizione femminile è stata per tanto tempo una condizione infelice, sotto il peso di un esercizio "peccaminoso" dell’autorità da parte del maschio. Ma attenzione! Questo non vuol dire che l’autorità sia sbagliata, ma vuol dire che è esercitata male!

Adesso invece c'è il problema opposto: oggi come oggi chiunque abbia un autorità è antipatico per natura. A prescindere. Questo però è un assurdo, perché una vita senza disciplina non si da. La vita senza autorità è disordine. Abbiamo bisogno dell’autorità , dell’esercizio dell’autorità. Avere buoni maestri è una grazia immensa, ed avere ottimi padri è una cosa urgente per questa generazione. Dov’è il problema? Il problema è che pare che sia sbagliato rispondere alla "chiamata" maschile...Lo devi fare ma senza esagerare perché altrimenti ricadi nel vecchio schema. E quindi?

E quindi diventa importante capire quali sono i ruoli della madre e del padre, oggi, spesso, troppo confusi. Ci sono delle peculiarità dell'uomo e della donna che sono meravigliose: è splendido essere donna così come è splendido essere uomini. Ciascuno con le proprie caratteristiche e con la propria natura. Padre e madre hanno un ruolo specularmente complementare: la donna deve accogliere la vita, l'uomo la deve custodire...

Natura intima del ministero maschile è l’oggettività, è la responsabilità, è la custodia, è la protezione. Natura intima (e meravigliosa) della femminilità è la vita, è l’accoglienza della vita, è il generare la vita ed è la tenerezza. E’ viscerale il rapporto con la madre, mentre è oggettivo il rapporto con il padre. Noi abbiamo bisogno di misericordia e di verità. La misericordia te la deve insegnare tua madre, la verità, l’oggettività , la serenità la sicurezza te la deve insegnare il padre. E' chiaro che entrambi avranno anche l’altro ruolo, ma c’è una supremazia naturale, bella, sana e santa!

Padre (nell’antica semantica della parola patèr in greco) vuol dire recinto...Il padre quindi è il confine, colui che ti dice no, che ti protegge attraverso i suoi no, ed è colui che ti dice chi sei. Se non hai nessuno che ti dice di no, tu non sai chi sei. Se ti dico che come è fatta l’Italia, tu disegni i confini, cioè dove finisce. Il confine, quindi, è l’identità.

Se la madre è quel rapporto viscerale, quella meraviglia da cui imparare la tenerezza e l’accoglienza, non può essere la legge che viene dalla madre perché altrimenti avrai la visceralità confusa con l'oggettività, la legge confusa con la tenerezza. E così se un padre è un mammo, un micione, un cretinotto non esistrà più un punto di riferimento ed ecco che tutto diventa relativo.

Al giorno d'oggi è veramente difficile fare il genitore soprattutto se non c'è la "collaborazione" reciproca tra padre e madre: il padre dovrebbe mostrare la sua tenerezza e il suo innamoramento per la madre, mentre la madre dovrebbe insegnare ai figli a stimare il padre, perché senza padre non hai confini, e il confine è il punto dove incontri l'altro.

Certo non bastano queste considerazioni per essere dei bravi genitori...La cosa che per me è stata fondamentale capire (e per cui devo combattere per ricordarmene ogni giorno) è che avere un figlio vuol dire donarsi completamente a lui: "accettare" il fatto che il tuo tempo non è più tuo e in questo, trovare la felicità.

 

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