Forse nell’ansia di emanciparci ci siamo dimenticate di quanto sia preziosa la nostra chiamata, e ci dimentichiamo che invece la nostra fragilità non è una debolezza, ma è ciò che ci rende capaci di fare spazio, di essere fondamentali quando entra in gioco la vita. La donna fa spazio, allarga, l’uomo mette i confini, costruisce i muri, a cui poi possono appoggiarsi i ponti, ma sempre a partire da un’identità salda, che l’uomo aiuta a costruire per tutta la famiglia.
La donna e l’uomo quando decidono di stare insieme, magari sull’onda del sentimento, forse non sempre sanno a quale fatica andranno incontro: è un lavoro su di sé continuo quello che stanno cominciando. La donna dovrà rinunciare alla sua volontà di controllo sull’uomo, alla sua tentazione di manipolarlo, per imparare un amore libero che sa partire dal bene che c’è, e accoglie e riceve senza chiedere, controllare, misurare. E anche l’uomo deve fare un lavoro su di sé, per vincere la sua tentazione dell’egoismo, la tentazione di tenere una parte di vita per sé, non totalmente coinvolta, non totalmente spesa."
C.M. (vedi articolo completo)
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